Oggi lo chiamiamo bob, lob, ma anche short bob: di fatto, sono tutte variazioni del tema caschetto. È solo la lunghezza che fa la differenza. “È il taglio che mi chiedono quando le ragazze vogliono cambiare e passare dal lungo al relativamente corto e pari ”, svela Mattia Bonacina, hairstylist e Art Director di Smalto Milano.
All’interno del discorso caschetto, o bob, c’è una categoria ben precisa, quella del caschetto biondo. Una vera e propria istituzione. “Il caschetto biondo è un evergreen e non hai mai perso il suo fascino. In realtà solo una su cinque è in grado portarlo e solo se si affida nelle mani del parrucchiere giusto”, continua Bonacina. In effetti ci basta pensare al caschetto biondo italiano più famoso nel mondo. Sì, quello di Raffaella Carrà, che ne ha fatto il suo segno distintivo, mai tradito in circa cinquant’anni di onorata carriera. “Negli anni Settanta lo sfoggiavano lei e Caterina Caselli, negli anni Novanta era Cameron Diaz e oggi il caschetto svetta orgoglioso sulla testa delle meravigliosa Margot Robbie”.
Il caschetto biondo è un’istituzione “che non passerà mai di moda”, conferma l’hairstylist. “Ci sono due regole fondamentali, quando si parla di caschetto biondo. La prima riguarda il taglio. Il caschetto biondo è un taglio netto, tutto pari, senza scalature di alcun tipo, ma a volte viene alleggerito sulle punte, per fa sì che girino verso l’interno e abbiano la forma leggermente bombata, proprio come negli anni Settanta. Il secondo punto riguarda il colore, perché quando il taglio è dritto bisogna far attenzione a non scegliere un biondo piatto. In questo caso meglio avere come reference il biondo di Hailey Bieber o di Margot Robbie”, spiega Bonacina.
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Quando pensiamo al caschetto biondo con la frangia, le prime che ci vengono in mente sono senza dubbio Raffaella Carrà e la signora della moda, Anna Wintour, che anche lei ne ha fatto un tratto distintivo del suo look. Ma, a sorpresa, piace anche a Billie Eilish, che però lo porta in versione platino e con una frangia leggera. La prova che il caschetto biondo con la frangia è senza tempo e senza età.
Il caschetto biondo platino
“Per quanto riguarda il biondo platino, il problema è sempre lo stesso che si presenta ogni volta che c’è da schiarire molto: è meglio farlo a chi parte da una base già bionda. Se sei una castana scura, o hai il parrucchiere tutto il giorno come le varie Kim Kardashian, altrimenti rischi di diventare arancione da un giorno con l’altro. Senza contare i danni ai capelli che possono causare le 8/9 ore di decolorazione necessarie”, spiega l’hairstylist. Ma i problemi non finiscono qui. “Se parto da una base molto scura, dopo due mesi la ricrescita diventa molto evidente e per coprirla serve un’altra decolorazione. Fare il bleaching ai capelli vergini è ancora più pericoloso, perché sono delicatissimi e rischiano di spezzarsi”.
Il caschetto biondo corto
Il caschetto biondo freddo
Che il biondo non sia per tutte è un dato di fatto, ma non perché non siamo in grado di portarlo, ma semplicemente i nostri capelli non sono in grado di sopportarlo. Meglio essere la miglior versione di se stesse che un replicante. “Non tutte le bionde sono uguali. Ci sono quelle che stanno bene con il sottotono caldo e quelle per cui è meglio privilegiare un sottotono freddo”, chiarisce Bonacina. “Nel caso di caschetto biondo freddo, è sempre meglio fare la colorazione di uno o due toni più scuri di quello auspicato e poi usare un tonalizzante”.
Il caschetto biondo caldo
“Per il biondo caldo, lo scaldiamo sempre dopo la schiaritura, facendo sempre attenzione in fase di depigmentazione, perché se elimino tutto il colore, poi diventa difficile scaldarlo e il risultato non è un bel caschetto biondo, ma un caschetto arancione, ginger se sei fortunata”.