Se prendi un prodotto a caso dal tuo armadietto beauty per leggerene l’INCI, hai almeno il 99% di possibilità di afferrarne uno che ha come come primo ingrediente l’acqua. Ebbene sì, l’acqua potabile non è solo una delle principali fonti di vita, ma anche uno degli ingredienti più utilizzato nel mondo della cosmetica, non solo per la lavorazione di materie prime, ma anche nelle formulazioni dei cosmetici, dalla skincare ai detergenti corpo, senza risparmiarsi shampoo e prodotti per il grooming.
L’acqua è alla base dello sviluppo sostenibile. Sostiene tutti gli aspetti della vita sulla Terra, e l’accesso ad acqua sicura e pulita è un diritto umano di base. Tuttavia, decenni di cattiva gestione e abuso hanno intensificato lo stress idrico, minacciando i molti aspetti della vita che dipendono da questa risorsa fondamentale. Le nuove generazioni, Millennials ma soprattutto GenZ, sono molto più sensibili al problema dell’emergenza idrica che stiamo affrontando e questa consapevolezza ha portato a comportamenti e scelte di consumo più sostenibili. Negli ultimi anni, i grandi player della bellezza hanno dato luce a soluzioni sempre più innovative e creative per dare una risposta a questa esigenza che non si può più ignorare.
Tuttavia, anche se molti cercano di limitare l’impiego o il contenuto di acqua nelle lavorazioni o nelle formule, in alcuni casi l’acqua è davvero indispensabile.
Cosmetici waterless o waterless beauty cosa sono e dove sono nati
Diciamocela tutta: in materia di skincare e avanguardia nelle formulazioni, i coreani non sono secondi a nessuno, anzi spesso sono dei pionieri che fanno da traino per moltissimi trend di skincare. Non è un caso se è proprio la Corea del Sud che per prima ha visto nascere i primi cosmetici waterless nel 2015.
Ma cosa significa waterless? Come dice la parola stessa, i cosmetici waterless sono quelli creati senza l’impiego di acqua o con delle alternative come acque di provenienza da frutta di provenienza certificata, estratti botanici, cere e oli e si presentano sotto forma di polveri o cosmetici solidi che vengono attivati con l’acqua oppure sotto forma di burro o balsamo.
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Abbiamo già accennato che la maggior parte degli INCI ha in testa all’elenco l’acqua (se vuoi capire come si legge l’INCI guarda qui) e, nel caso ci fosse bisogno di un ripasso, il primo ingrediente è sempre quello presente in maggior quantità, poi andiamo via via diminuendo con le percentuali, fino ad arrivare agli attivi che sono presenti in misura inferiore all’1% che invece sono elencati in ordine sparso.
Notizia ancora più sconvolgente, molto spesso l’acqua è presente anche al 90%, quindi significa che ciò che stai acquistando è la Ferrari delle acque con qualche principio attivo molto diluito, ma nei cosmetici waterless questo non succede, perché appunto manca l’ingrediente principale per diluirli, ergo più concentrati e quindi anche più efficaci (poi ci sarebbe il capitolo su quale sia la concentrazione sufficiente perché un principio attivo sia efficace, ma è un altro capitolo).
Ma non finisce qui. Meno acqua nella formula significa anche packaging di dimensioni più contenute e di conseguenza meno rifiuti post consumo e minore emissione di CO2 durante il trasporto: praticamente una vittoria su tutti i fronti, maggiori benefici per la pelle, minor impatto ambientale e coscienza (quasi) pulita.