È un classico: arriva l'estate, c'è chi sfoggia un'abbronzatura caraibica dopo due giorni e chi una tintarella color latte nonostante una settimana di esposizione al sole. È questione di fototipo, ovvero il sistema che classifica la capacità della pelle di resistere alle scottature solari e di abbronzarsi. Questo spiega perché alcune carnagioni impieghino più tempo di altre per raggiungere un colorito dorato. In caso di pelle molto chiara, non ha senso "forzarla" a prendere colore, costringendosi a pericolose scorpacciate di sole in orari critici (dalle 12 alle 14). Si aumenta solo la probabilità di scottarsi.
Semmai si può attivare la melanina con integratori alimentari e prodotti che contengano tirosina (da non confondere con l'ormone tiroideo tiroxina). È un aminoacido che il nostro corpo non sintetizza e che quindi deve essere assunto dall'esterno, anche tramite l'alimentazione (soia, carne di vitello, parmigiano, stoccafisso, frutti di mare, noci, mandarle, semi di zucca, albume d'uovo e alga spirulina essiccata).
A proposito, lo sapevi che occorrono 48 ore perché la melanina si attivi mostrando un accenno di abbronzatura? I fototipi più chiari possono necessitare di più ore.
VEDI ANCHEBeautyAccendi l’abbronzatura: 5 tips per sembrare più abbronzateChe cos'è il fototipo e quanti sono
Il fototipo è una classificazione internazionale che individua la risposta della pelle alle radiazioni solari. Ideata nel 1975 dal medico Thomas B. Fitzpatrick della Medical Harvad School, la scala dei fototipi è stata poi codificata universalmente dall'OMS. In seconda battuta, il fototipo indica la sfumatura della carnagione che dipende dalla quantità di melanina di ognuno. È la genetica a stabilire tutto ciò. Si tratta di indicazioni importanti per sapere la protezione solare più adatta a sé e il tempo di esposizione prima di scottarsi.
VEDI ANCHEBeautyCome non spellarsi? Segreti e consigli per un’abbronzatura duraturaQuanti sono i fototipi?
I fototipi sono 6, ed essendo correlati al colore della pelle, vanno dal più chiaro al più scuro, dal più basso al più alto. Come caratteri secondari vengono considerati il colore di occhi e capelli, anche se - come vedremo nella tabella in basso - non sono così determinanti. Ci possono essere persone con carnagione chiarissima e capelli neri effetto Biancaneve oppure con colorito perennemente dorato e chioma bionda stile Normanni!
- Fototipo I
Carnagione: lattea, avorio
Reazione al sole: si scotta sempre, non si abbronza mai
Tempo di esposizione senza filtri: da 5 a 10 minuti
Caratteristiche secondarie: capelli rossi, lentiggini, occhi azzurri o chiari - Fototipo II
Carnagione: chiara
Reazione al sole: si scotta facilmente, si abbronza poco con difficoltà
Tempo di esposizione senza filtri: fino a 15 minuti
Caratteristiche secondarie: capelli rossi o biondi, occhi chiari o nocciola, lentiggini - Fototipo III
Carnagione: moderatamente chiara
Reazione al sole: si scotta senza protezione adeguata, si abbronza gradualmente
Tempo di esposizione senza filtri: dai 20 ai 30 minuti
Caratteristiche secondarie: capelli castani, occhi chiari o marroni - Fototipo IV
Carnagione: beige o olivastra
Reazione al sole: si scotta raramente, si abbronza rapidamente
Tempo di esposizione senza filtri: oltre i 40 minuti
Caratteristiche secondarie: capelli e occhi scuri - Fototipo V
Carnagione: molto scura in varie gradazioni
Reazione al sole: non si scotta quasi mai, si abbronza tanto e subito
Tempo di esposizione senza filtri: superiore a un'ora e mezza
Caratteristiche secondarie: occhi e capelli scuri o neri - Fototipo VI
Carnagione: nera
Reazione al sole: non si scotta mai, può incorrere in iperpigmentazione
Tempo di esposizione senza filtri: oltre le 2 ore
Caratteristiche secondarie: occhi e capelli neri
I fattori di protezione adeguati al fototipo
Una volta individuato il proprio fototipo, si può scegliere la protezione solare più adatta a sé. Più è basso il fototipo, più sarà alto il fattore di protezione. Nel dubbio, durante le prime esposizioni applica un SPF elevato, per poi "scendere" una volta che hai raggiunto un bel colore. L'abbronzatura fornisce di per sé una protezione naturale dai raggi UVB, responsabili delle scottature, ma non dai raggi UVA che invece penetrano in profondità nel derma, favorendo l'invecchiamento cutaneo. Ma andiamo con ordine.
- Protezione molto alta SPF 50+ consigliata a:
fototipi I o II sempre, fototipo III nelle prime esposizioni, tutti i fototipi in caso di macchie o trattamenti dermatologici con acidi esfolianti o laser. - Protezione alta SPF 50 consigliata a:
fototipo II dopo le prime esposizioni, fototipo III nelle prime esposizioni. - Protezione alta SPF 30 consigliata a:
fototipo III dopo le prime esposizioni (va bene anche a inizio vacanza a patto di essere rinnovata spesso), fototipo IV i primi giorni di sole.
Differenze tra SPF 30 e SPF 50? In realtà poche: «ci sono studi condotti su scala mondiale che evidenziano che l’SPF 30 blocca il 97% dei raggi solari rispetto al 98% bloccati dal fattore di protezione 50» - dice il dermatologo Nicola Maria Russo. Il numero più alto induce inoltre a sentirsi sempre protetti, dimenticando di riapplicare la crema solare.
- Protezione media SPF 20 o 15 consigliate a:
Fototipo III una volta abbronzato, fototipo IV e V già dai primi giorni, da applicare con frequenza. - Protezione bassa SPF 10 o 6 consigliate a:
Fototipo IV e V già abbronzati, fototipo VI sempre.
I dubbi più comuni sui fattori di protezione
La protezione SPF 100 esiste? Alcune case cosmetiche inseriscono il numero 100 nella propria gamma di solari. In realtà, è una scelta aziendale per indicare che una crema ha un fattore di protezione altissimo, superiore al 50+ (che è il grado più alto riconosciuto al livello internazionale).
Di solito, l'SPF 100 è indicato in caso di facilità all'eritema, come accade per i fototipi I e II o le allergie al sole. Tuttavia, l'SPF 100 non deve confondere il consumatore, poiché non è uno schermo totale dai raggi solari: non solo non esiste, ma è vietato per legge inserire sulla confezione una dicitura che faccia riferimento al "blocco" dei raggi UV, come ad esempio "sunblock - copertura totale o massima".
E le creme senza protezione? Di solito sono intensificatori dell'abbronzatura che contengono sostanze come la tirosina (da non confondere con l'ormone tiroideo tiroxina) che accelera la produzione di melanina. Le creme prive di filtri sono consigliate ai fototipi dal IV al V, dopo i primi giorni di esposizione, e mai sul viso qualora fossero presenti macchie o discromie.
Altre cose da sapere sui fototipi
Oltre alla sensibilità ai raggi UV, il fototipo può anche indicare potenziali complicazioni in caso di trattamenti dermatologici. I fototipi dal IV al VI sono a rischio di iperpigmentazione o ipopigmentazione in caso di epilazione definitiva, resurfacing laser viso ringiovanenti o potenti peeling chimici. I principi attivi sbiancanti o depigmentanti contenuti nelle creme antimacchia possono causare, inoltre, complicazioni per i fototipi più scuri, tra cui secchezza, irritazione e iperpigmentazione, ma solo se concentrati in alte quantità. Nel dubbio, sempre meglio proteggersi adeguatamente, anche in città!
VEDI ANCHEBeautyProtezione solare da città: i prodotti giusti e le risposte ai dubbi più comuni