È il decennio della rinascita, dopo la Grande Guerra. Si balla il Charleston e il Foxtrot. Le donne inizia a "osare". Le chiamano Flapper Girls (in italiano Maschiette, a casa del taglio à la garçonne), e si ribellano ai canoni imposti dalla società chiedendo emancipazione. Il trucco anni Venti non può essere immune da questa ventata (e voglia) di novità. Gli occhi son bistrati di nero, le bocche sono in primo piano grazie al rossetto rosso che Elizabeth Arden trasforma nel simbolo del progresso e delle battaglie femminili. Tra le icone e interpreti del cambiamento dei Roaring Twenties come non ricordare le attrici Greta Garbo, Louise BBrooks, Marlene Dietrich e Clara Bow e poi lei – la donna che ha rivoluzionato il mondo della moda – Madame Chanel che alle donna ha suggerito di vestire elegante sì, ma anche comoda. Tutti volti femminili di carattere, interpreti perfette di un decennio che ancora oggi è un punto di riferimento. A partire dai beauty look.
Il trucco Anni Venti: cosa cambia
Il trucco anni Venti segna un punto di rottura con le imposizioni dell'epoca vittoriana, caratterizzata da volti totalmente privi di make-up, considerato poco adatto a una donna della borghesia e della nobiltà, in definitiva roba per donne “dai facili costumi”. Solo le creme e le lozioni erano concesse. Tutto cambia da lì a qualche anno, complice anche il cinema e le dive del grande schermo (allora ancora muto), che diventano i nuovi punti di riferimento in fatto di beauty look. Occhi e labbra non sono più lasciati al naturale. Al contrario. Vediamo insieme i tratti tipici di un'epoca che – per certi aspetti – è ancora tremendamente attuale.
Il make-up delle Flapper Girls: il trucco degli occhi
Il cambiamento lo si percepisce subito a inizio del Decennio, quando compaiono nelle farmacie e nei centri commerciali i primi angoli dedicati alla prova del make-up (è il momento in cui nascono marchi come Max Factor, Coty, Helena Rubinstein e Elizabeth Arden). Qui troviamo tutto il necessario per dare vita a un look più “drammatico” in cui, come anticipato, sia bocca che occhi hanno un ruolo di primo piano. Gli occhi sono resi profondi da un primo esempio di smokey eyes, realizzato con il kohl. Il nero era il colore predominante, ma non mancavano altre nuance come il verde scuro e il prugna. Lo smokey eyes degli anni ’20 aveva una caratteristica particolare: la sfumatura era realizzata anche sulla palpebra inferiore per uno sguardo languido e leggermente malinconico. Le ciglia erano lunghe e incurvate – si usavano anche quelle finte per un effetto “femme fatale”. Le sopracciglia erano sottili e disegnate in maniera impeccabile; infine allungate verso il basso per creare un finish “drama”. Compare per la prima volta nell'epoca moderna l’eyeliner, forse come conseguenza dell'interesse del periodo verso lo studio dell'Egitto. Infine, si inizia a usare il mascara che è fatto in cialda e veniva applicato con un apposito pennellino.
Il trucco Anni Venti: la bocca
Elemento fondamentale del make-up degli anni Venti era il rossetto, uno dei simboli – come già detto - dell'emancipazione della donna. «In questo decennio vediamo finalmente comparire il rossetto - dice Antonio Ciaramella, storico del make-up e truccatore -. Colora la parte interna della labbra ed è applicato anche sulle guance». Le labbra erano disegnate in modo molto particolare: il contorno era più piccolo rispetto a quello naturale ed era accentuato l'“arco di Cupido” in modo che la forma fosse quella di un cuore. I colori del rossetto andavano dal più classico rosso acceso, al rosso scuro, fino alle nuance del viola.
La base viso
Il diktat era pelle diafana . «L'incarnato è il focus del make-up – continua Ciaramella –. La pelle doveva essere luminosa e brillante e soprattutto chiara». Il prodotto chiave per realizzare l'incarnato era la polvere di riso (non a caso gli anni Venti segnarono il successo dei trattamenti che servivano a schiarire la pelle del viso).
Il rouge
Antenato del fard, era un prodotto must negli anni Venti. In crema, veniva applicato sulle gote con un effetto pomette e di “buona salute”: un'altra novità in un decennio che ha sdoganato colori come il rosso e il rosa.