Pensare al futuro del pianeta è sempre più importante e la soluzione migliore potrebbe letteralmente nascondersi sulla punte delle tue dita: gli smalti non tossici, infatti, sono la soluzione green per una manicure trendy e naturale. Smalti bio, con formulazioni cruelty-free, vegane e clean, ma anche con finish brillanti, texture facili da stendere e colori modaioli, per scegliere lo smalto secondo l’armocromia. Il plus degli smalti naturali? L’assenza di sostanze chimiche nocive per le persone e per l’ecosistema e, in particolare, derivati del petrolio, piombo e formaldeide. Una vera e propria tendenza nel mondo della cosmesi, che punta diritta verso un nail polish più ecologici, a base d’acqua e organici al 100%. Come riconoscerli? La chiave è leggere l’INCI e assicurasi che le formulazioni siano (almeno) 5 free.
Smalti non tossici: i Big Five sotto accusa
Formaldeide, Resina di Formaldeide, Canfora, Toluene e DBP sono i cinque ingredienti sotto accusa, rigorosamente banditi da tutti gli smalti non tossici. Ingredienti che possono risultare dannosi per la salute delle unghie, che possono essere indebolite, ingiallirsi e rovinarsi a causa dell’uso prolungato di questi componenti. Sì, anche nel caso di smalti curativi. La Formaldeide - o formalina - è una sostanza chimica che può provocare irritazione delle mucose, dermatiti ed eczemi, proprio come la Resina di Formaldeide. La Canfora, invece, è considerata potenzialmente nociva in quanto derivato sintetico dall’olio di trementina. Addirittura, se ingerita può provocare nausea, vertigini e convulsioni, tanto che nel 1980 il Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha imposto una concentrazione di canfora pari al massimo all’11%. Utilizzato per sciogliere resine, vernici e coloranti, il Toulene può anche sostituire la benzina, mentre il Dibutyl Phtahalate (DBP) viene usato come additivo per adesivi e inchiostri.
Come riconoscere uno smalto naturale
A guidarti nella scelta dei migliori smalti non tossici non può che essere l’INCI, attraverso il quale controllare la formula. Per riconoscere uno smalto naturale, poi, è sufficiente cercare la scritta “free”. Una dicitura decisamente intuitiva, che ti permetterà di identificare immediatamente quali formulazioni non contengono gli ingredienti incriminati. Non esiste, purtroppo, una normativa univoca in fatto di smalti non tossici e, proprio per questo, sono le aziende a scegliere quali ingredienti escludere, dando origine a smalti 3 free - senza Toulene, Formaldeide e DBP - 4 free - nei quali manca anche la Canfora - o 5 free, privi di ognuna delle sostanze incriminate. In commercio esistono anche smalti 10 free, nei quali mancano anche parabeni e altri componenti ritenuti tossici, diversi per ogni brand.
Formule nuove per smalti non tossici
A sostituire le sostanze nocive negli smalti non tossici è soprattutto l’acqua: gli smalti a base d’acqua, infatti, ne sono costituiti circa all’80%, creando formule che siano naturali e idratanti al tempo stesso. L’unica controindicazione? Questi prodotti si conservano, generalmente, per un periodo di tempo minore rispetto al classici smalti per unghie. Non mancano, poi, le formulazioni completamente vegane. In questo caso, lo smalto dovrebbe essere anche cruelty-free e privo di ingredienti di origine animale. Gli smalti, infatti, possono contenere guanina, carminio, cheratina e gommalacca. La prima, ad esempio, è una sostanza derivata dalle squame di pesce e usata per ottenere un finish scintillante, mentre il carminio si estrae dalla cocciniglia e conferisce il tipico colore rosso. Da questo animale, inoltre, si ricava anche la gommalacca liquida che si trova nei saloni di bellezza. La cheratina, infine, viene spesso estratta da piume, zoccoli e corna animali. Più difficile identificare gli smalti biologici. Una definizione non troppo chiara perché non regolamentata, ma che comprende formule di smalti naturali al 100% e prive di sostanze chimiche. In questo caso, il colore è ricavato da polveri minerali.