Acidi della frutta: sicuramente ne avrai sentito parlare in relazione alle creme viso e in generale alla skincare. Se sei finita qui, molto probabilmente vorrai approfondire la materia, scoprire a cosa servono, quando si usano, dove si trovano e per chi sono indicati. Tanto per cominciare, chiariamo si tratta di acidi esfolianti che sulla pelle effettuano un peeling chimico, e non meccanico. La differenza tra i 2 tipi di esfoliazione è che il peeling meccanico è quello che si ottiene attraverso il massaggio di prodotti con microgranuli, detti scrub (in inglese) o gommage (in francese). Da qui l'aggettivo "meccanico".
Il peeling chimico, invece, avviene attraverso la semplice applicazione di soluzioni cosmetiche, come appunto gli acidi della frutta, che promuovono il distacco delle cellule morte (senza necessità di operare alcun massaggio). Chiarita questa differenza, spieghiamo meglio cosa sono gli acidi della frutta.
Acidi della frutta: cosa sono
Noti anche come alfa-idrossiacidi (AHA) o beta-idrossiacidi (BHA), gli acidi della frutta sono sostanze molto presenti in natura. Si trovano, in particolare, negli agrumi, nelle mele e altri vegetali, nell'aceto e nel latte fermentato. Per esempio l'acido glicolico - tra i più noti AHA - abbonda nella canna da zucchero, nell'uva acerba e nella barbabietola, dalle quali può essere estratto, anche se può essere riprodotto puro con processo sintetico.
I più comuni acidi della frutta sono l'acido lattico, l'acido citrico, l'acido mandelico, l'acido piruvico, l'acido azelaico, l'acido ferulico, e l'acido tartarico. «Negli ultimi anni, questa categoria di acidi ha acquistato particolare interesse per l'azione che svolge sull'epidermide. In concentrazioni superiori al 10%, gli acidi della frutta hanno un'azione esfoliante e levigante» - spiega il cosmetologo Umberto Borellini. Nei cosmetici, sono queste le concentrazioni consigliate. Dosi di AHA e BHA superiori al 10%, invece, sono utilizzate nei prodotti specifici per i peeling dermatologi, eseguiti in ambulatorio.
AHA e BHA: differenza
Entrambi, sia gli AHA (alfa-idrossiacidi) che i BHA (beta-idrossiacidi), sono acidi della frutta con funzioni esfolianti. In pratica, eliminano lo strato corneo superficiale, per cedere spazo a una "pelle nuova", più liscia e più bella. La differenza tra i due tipi di acidi è squisitamente chimica: gli AHA si dissolvono in acqua, i BHA invece in olio. Il più noto beta-idrossiacido? L'acido salicilico, indicato principalmente per le pelli grasse poiché sciolgono il sebo, che altro non è che un olio. In questo modo, libera i pori dalle impurità, impedendo la formazione di punti neri e altre imperfezioni. I BHA hanno inoltre un’azione antinfiammatoria e antibatterica che li rende la scelta ideale per chi ha problemi di acne.
Gli AHA, invece, sono più indicati per pelli normali e secche. Oltre ad esfoliare, migliorano l'idratazione della pelle, proprio perché svolgono l'azione di turnover cellulare. Una pelle libera da cellule morte, è più in grado di trattenere l'acqua. Questi acidi della frutta sono inoltre indicati per migliorare il tono cutaneo, la luminosità e tutte le problematiche connesse all'invecchiamento cutaneo, come ad esempio i danni da photoaging.
I prodotti a base di acidi della frutta
Sotto forma di maschere, lozioni, creme viso o corpo, ecco una selezione di cosmetici a base di AHA o BHA. Alle prime applicazioni, i prodotti a base di acidi della frutta possono provocare leggeri rossori, bruciori e pizzicori, soprattutto se la pelle è sensibile. Ma in genere tali effetti svaniscono in breve tempo. Se invece dovessero manifestarsi per più di 3 giorni, è bene sospendere l'applicazione. I momenti della giornata più adatti per l'utilizzo? Sicuramente la sera, in quanto la pelle è, per ovvi motivi, al riparo dagli UVA. Il giorno dopo è bene far seguire un filtro solare.
Acidi della frutta per peeling
I peeling chimici, da eseguire presso il dermatologo o medico estetico, prevedono l'applicazione sul viso di un solo acido esfoliante o di cocktail di vari acidi della frutta. I più usati sono l'acido mandelico (il più leggero) l'acido glicolico (il più noto), l'acido piruvico e l'acido tricloroacetico, questi ultimi due sono tra i più potenti, indicati, quindi, per rinnovamenti importanti della pelle. Di solito è il medico a decidere la concentrazione degli ingredienti dei peeling chimici in base alla problematica da curare.
Gli effetti sono:
- «riduzione della coesione dei corneociti per azione diretta sulle giunzioni tra le cellule (in sostanza, gli acidi della frutta sciolgono i legami tra cellule morte e cellule vive);
- rimozione dello strato corneo e conseguente stimolazione della crescita epidermica;
- induzione di processi infiammatori nelle parti profonde dell'epidermide, essenziale per il miglioramento qualitativo delle fibre elastiche, come collagene ed elastina» - spiega la cosmetologa Giulia Benazzi.
Il peeling chimico consente di ridurre la visibilità delle imperfezioni in caso di rughe, cicatrici o ipercromie. I trattamenti a base di acidi della frutta si consigliano contro:
- macchie, melasma e iperpigmentazioni cutanee;
- acne;
- cheratosi attiniche o seborroiche;
- alcuni disordini della cheratinizzazione della pelle (come ad esempio la pelle a tendenza cheratosica e a desquamarsi).
Acidi della frutta: controindicazioni
Come si può immaginare, gli effetti degli alfa-idrossiacidi sulla pelle sono magnifici, ovvero più luminosità e levigatezza! Ma è bene prestare un po' di attenzione. Esfoliata in profondità, la pelle viene in parte privata della sua naturale protezione. Ciò la rende più suscettibile all'assorbimento dei Raggi UV. Durante i cicli di cosmetici a base di acidi, quindi, bisogna usare sempre protezioni solari con SPF alti. Inoltre, è bene limitarne l'uso in estate. L'unico acido consentito è l'acido mandelico, proprio perché ritenuto leggero e non fotosensibilizzante.
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