Sembra impossibile che nel 2024 si gridi ancora allo scandalo quando si parla di make-up e inclusività, eppure è proprio così.
Tutto è iniziato a fine settembre, quando la beauty influencer di origini sudanesi Golloria George ha deciso di testare il fondotinta virale di Youthforia. Già nel primo video Golloria esprimeva il suo disappunto dopo aver provato il colore più scuro - almeno da quello che si vedeva online - che rimaneva decisamente di molte tonalità troppo chiaro per lei.
Dopo un primo momento in cui le era stato fatto notare che aveva la boccetta sbagliata e che poteva essere un errore di produzione, Golloria ha comprato altri due fondotinta dello stesso colore, ma il risultato è rimasto invariato.
Fast forward di qualche mese e Youthforia amplia la shade range ed è qui che la situazione precipita drammaticamente. Il nuovo colore di fondotinta altro non è che vernice nera per il viso e lo scandalo ottiene ben 37,5 milioni di visualizzazioni.
”Alcuni brand dovrebbero semplicemente ammettere di non essere adatti a fare le basi”, dice l’influencer nel video. “Nel 2024 non solo tutto ciò è disgustoso e una mancanza di rispetto, ma questo colore deve essere tolto dal mercato”, prosegue Golloria.
Make-Up e inclusività: realtà o chimera?
Dopo il debutto di Fenty Beauty nel 2017 la narrativa è cambiata per sempre, quantomeno per i brand nativi digitali che sono venuti successivamente. Rihanna e le sue 50 shade di fondotinta sono diventati il nuovo benchmark in termini di standard di inclusività e ad oggi Fenty Beauty rimane il brand con l’offerta di colori più ampia.
Qualcuno ricorderà anche il flop del fondotinta di Beauty Blender nel 2018, che era nato con un’offerta di 32 colori. Peccato che circa una decina di shade per le pelli più chiare fossero tutte troppo simili tra loro e per le pelli più scure ci fossero solo 5 colori. La cosa, ovviamente, non è passata inosservata.
Dalla Corea un piccolo passo verso l’inclusività
Sempre a tema make-up e inclusività, un episodio che ci ha piacevolmente sorpreso è quello che coinvolge il brand TirTir e il suo fondotinta cushion, sempre virale su TikTok.
All’inizio il brand aveva solo 3 shade di fondotinta, ma la cosa non ci sorprende, perché la Corea è famosa per molte cose - leggi skincare, k-drama e k-pop, per fare alcuni esempi - ma l’inclusività non è esattamente il miglior pregio dei coreani. Ma il loro cushion foundation è diventato così famoso che hanno deciso di ampliare l’offerta con altre 6 tonalità e a questo punto è arrivato anche nelle mani di influencer famose come Mikayla e Miss Darcei.
Entrambe l’hanno provato tramite PR package, ma la prima esperienza per le due è stata molto diversa. Entrambe se no sono apparentemente innamorate per la formula e il risultato finale, ma se la prima ha creato uno strepitoso make-up look, la seconda ha riscontrato un piccolo inconveniente. Qui sotto i video in questione, così puoi farti una tua opinione.
Piuttosto che sentirsi offesa, Miss Darcei ha deciso di “renderli ancora più famosi” per incoraggiarli a espandere il range di colori. E così è stato. Qualche tempo dopo TirTir è uscito con 11 nuove tonalità di fondotinta, riuscendo a soddisfare anche Miss Darcei. Ma non è finita qui, perché l’influencer ha preannunciato a breve l’arrivo di altri 10 colori.
A questo punto, mentre apprezziamo questo piccolo passo verso l’inclusività, una domanda viene spontanea. Come è possibile che se anche i coreani si stanno impegnando per soddisfare le esigenze delle carnagioni più scure, alcuni brand occidentali continuino a fallire miseramente?