È lo strumento di styling più usato in assoluto, ma quanti dubbi sul suo utilizzo! Li abbiamo sciolti grazie all'esperta, che ci ha svelato tutto ciò che c'è da sapere sulla piastra
La piastra per capelli è spesso la salvezza dell’ultimo minuto per molte donne. Riesce a domare i capelli crespi, donando quell’effetto liscio e una piega perfetta che altrimenti sarebbe un sogno, e permette di ottenere tutto ciò senza sottoporsi a costose sedute dal parrucchiere.
Viene di solito utilizzata sia su capelli mossi o ricci, sia su capelli già lisci, dopo la messa in piega, proprio per aiutare a fissare la pettinatura anche in caso di umidità e vento.
L’offerta di piastre per capelli, ad oggi, è numerosa. Alcune sono specifiche per la stiratura del capello, altre focalizzate sull’arricciatura o per creare un effetto ondulato, altre ancora che possono essere usate in entrambe questi modi. Tutte sono formulate per agire con la stessa modalità, ossia grazie al calore.
Spesso però, proprio spinte dalla foga di avere una acconciatura perfetta, se ne fa un cattivo uso, rischiando così di rovinare i capelli. Nella fretta di terminare la messa in piega si passa sui capelli ancora umidi, senza averli asciugati bene, oppure si seleziona il calore massimo disponibile senza pensare troppo alle conseguenze, senza riflettere se sia in effetti la temperatura più adatta al nostro tipo di capello oppure quale il numero di passate per ottenere un risultato ottimale, senza sfibrare la lunghezza.
Non tutte sanno inoltre che si deve selezionare una determinata quantità di capelli, a seconda che siano più spessi o sottili, e che le radici dovrebbero essere evitate, così come ci sono regole precise da seguire sulla frequenza dell’utilizzo: ci sono piastre che possono essere utilizzate anche tutti i giorni, a patto di scegliere temperature non troppo elevate.
Quando poi ci si guarda attorno, ci si rende subito conto dell’ampia scelta che il mercato offre, con l’unico risultato di non sapere cosa acquistare e quale soluzione sia migliore dal punto di vista qualitativo. Esitono infatti piastre meno aggressive delle classiche in metallo, che scorrono meglio sulle ciocche e quindi più indicate.
Una volta acquistata, è importante assicurarsi anche una buona manutenzione e sostituirla quando presenta segni di usura. È vero, i modelli di ultima generazione sono sofisticati e con una longevità superiore, ma andrebbero comunque periodicamente sostituiti, proprio come tutti gli elettrodomestici. La piastra va infatti passata più volte sui capelli, ma questo continuo sfregamento, unito alle temperature elevate, finisce per usurare l’apparecchio. La cheratina e gli oli presenti sui capelli finiscono ad ogni passata sulle placche, così come i prodotti utilizzati sui capelli o i residui di tinte. Con il passare del tempo queste sostanze formano una pellicola che impedisce una distribuzione uniforme del calore, rischiando anche di danneggiare il capello.
E' importante fare attenzione quindi se la piastra comincia a impiegare più tempo del solito per arrivare alla temperatura richiesta, o non liscia i capelli più in maniera ottimale o ancora se strappa qualche capello di troppo al suo passaggio. Da tenere sott’occhio anche eventuali graffi o un eventuale cambiamento nel colore delle placche che, quando assumono una sfumatura marroncina, non garantiscono più una performance ottimale. In linea di massima, una piastra dura tra i due e i tre anni, un periodo che varia anche in base alla frequenza di utilizzo.
Curiosa? Sfoglia la gallery e scopri alcuni suggerimenti con le risposte alle domande più comuni, per fare chiarezza una volta per tutte su questo strumento tanto utile quanto potenzialmente pericoloso per la salute dei capelli.