Pride

Le icone che hanno ispirato la comunità LGBTQIA+

Giugno u00e8 il Pride Month e per l'occasione abbiamo individuato 11 icone e 3 candidati al titolo che ancora oggi ispirano la comunitu00e0 LGBTQIA+. C'u00e8 qualche sorpresa o te l'aspettavi?

Dal 1995 Giugno è riconosciuto a livello mondiale come il mese del Pride: una celebrazione della comunità LGBTQIA+, un modo per parlare di pari diritti e di ricordare i membri che non ci sono più, vittime di crimini d'odio o portati via dall'AIDS. Una comunità con membri il cui impatto sulla società non può essere ignorato.

Con Michele Magnani, Global Senior Artist MAC Cosmetics, abbiamo individuato 11 icone (con una sorpresa 100% Made in Italy) e 3 candidati a guadagnarsi il titolo. "Il motto di MAC è All races, all ages, all genders fin dal 1984, anno della sua fondazione", fa notare Magnani. Non a caso, il primo requisito per entrare nella nostra lista di icone è l'essere inclusivi- e tutti lo erano ancora prima che inclusività diventasse una parola chiave nelle strategie di marketing.

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u003cstrongu003eViva Glam, MAC x Keith Haringu003c/strongu003e Sono 27 anni che MAC dona il 100% del ricavato delle collezioni Viva Glam. Quest'anno si u00e8 scelto Keith Haring, che u00e8 venuto a mancare nel 1990 a causa di complicanze dovute all'AIDS. I rossetti sono nei tre colori primari per celebrare le opere dell'artista, ma possono essere miscelati per creare arancione, viola e verde.
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u003cstrongu003eCandela Love is Love, Yankee Candleu003c/strongu003e A riconoscimento dellu2019impegno dellu2019associazione non-profit Rainbow Railroad verso la diversity, lu2019inclusivitu00e0u00a0e il senso di appartenenza, Yankee Candleu00ae doneru00e0u00a0u003cstrongu003e$100.000u003c/strongu003eu00a0per supportarne lu2019attivitu00e0 volta a sostenere le persone della comunitu00e0 LGBTQI+ in tutto il mondo nellu2019affrontare persecuzioni sancite dallo Stato.
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u003cstrongu003eClassique e Le Male Pride 2022, Jean Paul Gaultieru003c/strongu003e (ed. lim) Una fragranza che u00e8 una dichiarazione di orgoglio e gioia. Dal 1982 Jean Paul Gaultier sostiene le cause, le figure e i valori LGBTQIA+. Con questa fragranza la Maison collabora con associazioni in tutto il mondo per sostenere, aiutare e proteggere la comunitu00e0.
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Secondo, "sono icone tutti coloro che si discostano dall'usuale e dal convenzionale e per questo motivo attraggono chi si sente ai margini della società”.

Il look ha un ruolo chiave. “Tutto ciò che luccica, all that glitters, e dà colore e contribuisce a creare la figura della diva, attrae la comunità. L'aspetto giocoso fatto di paillettes, cristalli e strass di chi non si prende troppo sul serio è un forte catalizzatore. Attenzione, non solo luccichio, perché sono tutti capaci di coprirsi di glitter e paillettes. Tutte le icone sono dive, ma non tutte le dive sono icone: la differenza è che sotto a tutto quel brillare c'è della sostanza e un messaggio coerente negli anni”.

Parlando di look non si può non parlare di trucco. “Ciglia folte in evidenza e sguardo molto intenso e make-up, sia per uomini che per donne, ma soprattutto un trucco che rafforza l'idea di fluidità e androginia e che trascende l'essere di esclusivo appannaggio per le donne. Se sui rocker ci si può aspettare un occhio bistrato, perché contribuisce a creare l'immagine di personaggio duro e stropicciato, consumato, in linea con la musica che fa, per cantanti pop e attori ci sono aspettative diverse, e nonostante artisti come Jared Leto ed Harry Styles lo abbiano ampiamente sdoganato, riesce ancora a creare stupore”.

“Ci affezioniamo a quei personaggi che hanno il coraggio di osare e ci ispirano. Non è questione di essere stravaganti tout court, ma di essere coerentemente anticonformisti. Essere fuori dagli schemi è un vero e proprio modus vivendi, e questo significa riuscire a rimanere fedeli a se stessi non preoccupandosi del giudizio altrui”.

Ultimo, ma non per importanza, potrebbe quasi essere scontato da dire, “le icone della comunità LGBTQIA+ sono tutte dotate di un indiscutibile talento artistico”.

Mariah Carey

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Perché essere semplice quando puoi essere extra come Mariah? Una vita non semplice a causa di un'infanzia e di un matrimonio di abusi che però non le ha impedito di incarnare la quintessenza della diva. Universalmente riconosciuta come la regina indiscussa del Natale grazie a All I want for Christmas is You, il suo talento è indiscusso e il suo essere diva l'ha resa una leggenda. ”Quando c'è stata la collaborazione con MAC, dal packaging all'abito indossato per la campagna, tutto era un tripudio di cristalli, lusso e bellezza. Assolutamente iconica”.

Boy George

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“Negli anni 80 ha portato il genere fluido in tv. Nei videoclip Do You Really Want to Hurt Me c'è un montaggio fatto al contrario, in cui lui usciva asciutto dalla piscina e suscitò curiosità e stupore negli astanti. Un personaggio che non si capiva che genere fosse, è stato la prima trasgressione televisiva che si sia mai vista, anche lui testimonial della campagna Viva Glam nel 2004”.

Madonna

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Madonna si alza dal letto e da quarant'anni riesce a far parlare di sé, prima con il suo nome e poi con le sue canzoni, i suoi video, il libro Sex, di nuovo le sue canzoni e i suoi video, come Human Nature in cui esordisce bisbigliando Express Yourself, Don't Repress Yourself, le sue relazioni con uomini e donne, i baci lesbo a tre con Britney e Christina Aguilera sul palco degli MTV Music Awards. La lista può andare avanti per giorni, ma la sua vicinanza e il suo supporto alla community sono indiscussi. “Ancora oggi continua ad essere un'icona di stile, andando sempre controcorrente. Un personaggio dirompente”.

David Bowie

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“Simbolo del Glam Rock, il Duca Bianco era un duca per la sua classe e per l'eleganza della sua musica. La sua immagine androgina, fatta di look di paillettes e make-up, incuriosiva chi lo guardava. È stato uno degli artisti che ha plasmato la storia della musica. Ha cambiato le regole, riscrivendo i codici della sessualità e abolendo il concetto binario di genere”.

Grace Jones

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“Voce potente e profonda con dei look innovativi, quasi futuristici. Negli anni 80 ha dato voce agli oppressi, mostrando cosa significasse essere liberi. La sua immagine celebrava l'essere nera, una minoranza, e sovvertiva le norme di genere con la sua immagine imponente, sexy e ultra femminile, ma allo stesso tempo spavalda e licenziosa ai limiti dell'osceno. La diversità che diviene normalità e viene accettata”.

Kylie Minogue

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“Ha regalato canzoni che sono diventate un manifesto per la comunità, regalando leggerezza a chi magari non l'aveva nella propria vita”. Il cambio di look da ragazza della porta accanto ha giocato un ruolo cruciale. Lei stessa ha realizzato di essere un'icona per la comunità LGBTQIA+ quando, a cavallo tra gli anni '80 e '90, ha scoperto l'esistenza di una Kylie Night nel club gay più in di Sidney.

Cher

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“A inizio anno Cher, nella campagna Challenge Accepted, sfidava i consumatori di MAC a provare i prodotti in situazioni estreme. Amata e idolatrata da sempre, è stata definita l'icona della comunità LGBTQIA+ per eccellenza. Da un lato per il suo lavoro come artista, per i suoi look sempre unici e per quell'atteggiamento onesto e aperto, per cui non ha mai nascosto di aver fatto ricorso, spesso e volentieri, alla chirurgia estetica”. Ha rotto tutte le regole, senza mai piegarsi: l'età è solo un numero e i suoi look fatti di trasparenze sfoggiati ad ogni età sono un manifesto della libertà di fare ciò che si vuole, sempre e comunque. Da sempre portavoce della comunità gay, il suo ruolo nel fare la differenza nel sostenere i pari diritti è stato consacrato quando le hanno consegnato il GLAAD Media Award (Gay and Lesbian Alliance Against Defamation) nel 1998. E ultimo, il supporto pubblico che ha sempre dato alla figlia Chastity, sia nel 1995 quando aveva fatto coming out che nella scelta di transizione FtM, diventando Chaz Bono nel 2010.

Lady Gaga

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“Si sta avviando velocemente allo status di icona. Amata per la sua musica e per i suoi look anticonformisti, è un'avvocatessa e attivista per la parità di diritti della comunità LGBTQIA+”. Non solo si è dichiarata bisessuale, ma grazie alla sua fondazione non-profit Born This Way, dal 2011 ha aiutato bambini e teenager vittime di bullismo.

Ru Paul

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Gay, nero, la drag queen delle drag queen, con un successo senza precedenti. “Testimonial nel 1994 del primo lipstick Viva Glam di MAC (una campagna di responsabilità sociale che attraverso le collezioni e i testimonial lancia un forte messaggio di sensibilizzazione il cui ricavato viene devoluto al 100% in beneficienza a organizzazioni che sostengono donne, ragazze, la comunità LGBTQIA+ e persone colpite da HIV/AIDS)”.

Judy Garland

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“Un'icona che la comunità ha sempre ammirato non solo per il suo talento artistico, ma anche perché la sentivano vicina per le sue battaglie private che ricordavano molto quelle dei gay in America”. Il suo personaggio Dorothy ne Il Mago di Oz era la metafora di tutti coloro che volevano scappare dalla limitata provincia verso le grandi città dove invece sarebbero stati i benvenuti.

Raffaella Carrà

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“Icona per eccellenza che molte volte ha preso posizione in merito alla tematica LGBTQIA+ e ha vissuto da vera anticonformista. Un'artista poliedrica e le sue canzoni sono cantate a ballate sono ballate nei locali gay e gay friendly, se non di tutto il mondo, almeno in Europa. Anche la sua immagine l'ha resa un'icona, dall'inconfondibile caschetto biondo con outfit da gran signora, è statala prima che ha fatto scandalo esibendo l'ombelico in televisione”.

I nostri candidati a icone

Perché candidati? Perché prima di essere consacrati a icone bisogna vedere se riescono a mantenere il loro status e una coerenza di pensiero e azioni nel corso degli anni. Bisogna però dargli il giusto credito riconoscendo quanto importanti, come punti di riferimento, per la comunità LGBTQIA+.

Harry Styles

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Adorato da fans di qualsiasi orientamento sessuale, fin dai tempi dei 1D, non si è mai tirato indietro quando è stato il momento di dare apertamente il suo supporto alla comunità LGBTQIA+, dallo sventolare bandiere del Pride durante i suoi concerti, aiutando una fan a fare coming out con sua madre, ma anche più concretamente donando proventi del suo merchandise ad associazioni che supportano la comunità.

Jared Leto

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Se l'attore e cantante dei 30 Seconds to Mars può diventare un'icona della comunità LGBTQIA+ è da vedere. Amico di Alessandro Michele (direttore creativo di Gucci), alcune scelte di ruoli che ha interpretato hanno sollevato polemica, dall'interpretazione di una donna transessuale in Dallas Buyers Club nel 2013 all'accettare, nel 2020, il ruolo di Andy Warhol in un film biografico dell'artista. Ciò di cui lo si accusa è il fatto di rappresentare lo straight male privilege, cioè che come uomo bianco eterosessuale abbia un ventaglio di possibilità di scelta di ruoli che ad attori gay sono invece preclusi, come faceva notare Billy Porter in un'intervista del 2019.

Dua Lipa

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Amata non solo per la sua musica, non si considera un'icona, ma usa le sue piattaforme per dare supporto e voce ai diritti e alla comunità LGBTQIA+.

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