Non c’è giorno che passi senza che un nuovo trend beauty vada virale su TikTok. Basti pensare a quanto è stata intensa quest’estate con due tendenze completamente opposte: da un lato con la Brat Girl Summer e dall’altro con la tendenza Very Demure.
Ma in generale pensiamo a come nello stesso momento possano convivere l’estetica old money, clean girl e mob wife, oppure latte makeup e sunset blush. Sono tutte tipologie ti makeup che fanno a capo a un’estetica completamente diversa.
Senza però soffermarci al trucco parliamo anche della skincare. Un giorno è minimal e l’indomani deve essere di almeno 7 step come la beauty routine coreana. E lo stesso vale per i capelli: ogni giorno ci sarebbe da compare una maschera miracolosa o un prodotto per lo styling che assolutamente dobbiamo avere/usare.
La lista di esempi potrebbe continuare all’infinito, ma un paio di riflessioni sono d’obbligo.
I social media e i beauty trend alimentano l’ansia
Con la presenza degli smartphone sempre più capillare e di conseguenza dei social, negli ultimi anni si sono moltiplicati gli studi sulle conseguenze che l’essere sempre connessi ha sulle nostre vite. E non parliamo solo di TikTok e Instagram, sia chiaro. La FOMO è iniziata molto prima.
A livello psicologico, l’ansia da prestazione da social è stata definita FOMO, acronimo per fear of missing out, ossia la paura di perdersi qualcosa. Ma non è solo questo. È anche l’ansia da prestazione social. Non solo è necessario essere sempre presenti, ma è esserlo al meglio.
Ma cosa c’entra tutto ciò con i social? In effetti l’ansia sociale è sempre esistita, ma i social media l’hanno amplificata. Una volta se non ti vestivi alla moda o non ti truccavi nel modo giusto eri una sfigata. Ma eri una sfigata nella cerchia di amici o poco più. Oggi ci sono i leoni da tastiera pronti a definirti anche peggio e per molto meno.
Seguiamo le tendenze (e non solo) per sentirci più sicure?
Gli atteggiamenti per celare l’insicurezza sono sempre esistiti. Basti pensare alla cricca di amiche che si trucca e si veste allo stesso modo. Non lo fanno perché sono più cool delle altre: lo fanno per sentirsi più cool delle altre ed essere rassicurate della propria decisione.
Lo stesso vale per chi sente il bisogno di provare ogni beauty trend che viene propinato. Anche se è bene fare una distinzione. Sperimentare per trovare il proprio stile è cosa buona e giusta, anche se richiede tempo e qualche trial & error.
Un’altra cosa è basare la propria personalità e identificarsi esclusivamente con quella che non si fa scappare nemmeno una tendenza, anche se non è in linea con il suo io.
Trovare la propria strada e seguire invece le tendenze che sono in linea con la propria estetica, il proprio gusto e il proprio modo di essere è una modalità più sana per vivere le mode. Oppure basta imparare a darne la propria interpretazione, senza seguire pedissequamente quello che si vede sui social.
Anche perché in questo caso stiamo solo parlando di prodotti, ma pensiamo a quando le tendenze beauty toccano altri aspetti e portano a modificare il corpo in maniera più o meno permanente. Facciamo l’esempio dei filler labbra. Non c’è nulla di male a voler rimediare ad un aspetto del viso o del corpo che causa insicurezza. Il problema è quando lo si fa per essere come le altre e si finisce per sembrare la copia di qualcun altro.
FOMO e overconsumption
Oltre all’aspetto psicologico della FOMO è bene riflettere anche sulle conseguenze che questa provoca su più livelli.
Il primo è l’overcosumption di prodotti di bellezza - trucchi, creme o chicchessia. Un comportamento che porta non solo all’overspending, ma anche ad accumulare una serie di prodotti che spesso verranno dimenticati nel cassetto fino a quando non saranno scaduti e inutilizzabili.
Essere belli ha un costo ma, aspetto economico a parte - in fondo ognuno fa i conti con le proprie disponibilità e con il proprio portafogli - c’è da considerare anche l’aspetto etico e l’impatto ambientale, se proprio vogliamo fare i pignoli.
Dopo anni spesi a parlare di bellezza e di comportamenti sostenibili, l’accumulo di prodotti inutili e la loro eliminazione genera una quantità di rifiuti enorme e difficile da smaltire.
Per non parlare della spinta all’acquisto compulsivo che fa aumentare la pressione psicologica e contribuisce ad alimentare l’ansia dei consumatori.